Microscopia in campo oscuro

In cosa consiste la microscopia ottica in campo oscuro

microscopia in campo oscuro
microscopia campo oscuro

La microscopia in campo oscuro è un tipo di microscopia ottica che sfrutta l’illuminazione obliqua per rendere chiaramente visibili campioni non colorati con indici di rifrazione molto vicini a quelli dell’ambiente circostante, difficili da visualizzare con la microscopia in campo chiaro convenzionale per via della differenza ottica trascurabile rispetto al mezzo che li circonda.
Il condensatore per il campo oscuro trasmette esclusivamente raggi obliqui che non sono in grado di entrare nell’obiettivo, a meno che non colpiscano discontinuità ottiche (come la membrana cellulare, il nucleo e gli organelli interni di una cellula) che li riflettano, rifrangano o diffrangano, modificandone l’angolazione tanto da permette loro di raggiungere l’obiettivo. Il campione pertanto apparirà luminoso, mentre nei punti in cui non sono presenti discontinuità ottiche (es. il plasma) i raggi obliqui non colpiranno nulla, si incroceranno senza entrare nell’obiettivo e il campo visivo apparirà scuro.

I condensatori per il campo oscuro possono essere “a secco” o “a immersione”. Con questi ultimi, per potere visualizzare il campione è necessario deporre una goccia di olio per immersione sulla testa del condensatore affinché venga stabilito un contatto tra questa e la parte inferiore del vetrino. Il condensatore per campo scuro ad immersione ha superfici interne a specchio e lascia passare raggi molto obliqui e privi di aberrazione cromatica, producendo risultati migliori e uno sfondo più nero.
La risoluzione delle immagini che si possono ottenere è maggiore rispetto ai condensatori a secco e molto più alta rispetto al campo chiaro, tanto da consentire di visualizzare corpuscoli di dimensioni inferiori a 1 micron.
I candidati ideali per l’illuminazione in campo oscuro includono il sangue, minuscoli organismi acquatici, diatomee, piccoli insetti, ossa, fibre, capelli, batteri non colorati, lieviti e protozoi.
I campioni non biologici includono cristalli, particelle colloidali, campioni di polvere e sezioni sottili di polimeri e ceramiche contenenti piccole inclusioni, differenze di porosità o gradienti di indice di rifrazione.
Quando si preparano i campioni per la microscopia in campo oscuro è necessario prestare attenzione a non introdurre bolle d’aria e contaminanti, per non alterare l’immagine. Anche lo spessore del campione, lo spessore del vetrino e le dimensioni del coprivetrino sono molto importanti, per eliminare la possibilità di artefatti. Il campione di sangue deve consistere in un monostrato di cellule. Lo spessore del vetrino per l’analisi del sangue vivo è di 1,2 mm mentre le dimensioni del coprivetrino vanno da 18×18 a 22×22 mm.

Dott.ssa Simona Darò

Differenze rispetto agli esami ematochimici convenzionali

Esami del sangue convenzionali
Si usa sangue morto
Sangue venoso
Aggiunta di anticoaugulanti
Osservato ore dopo il prelievo
Vengono testati solo alcuni parametri
Si effettua ai fini diagnostici
L'interessato può vedere solo il referto
Analisi del sangue vivo
Si usa sangue vivo
Sangue capillare
Nessun prodotto aggiunto
Osservato immediatamente dopo il prelievo
Si possono valutare molti più parametri
Si effettua ai fini preventivi
L'interessato può vedere il proprio sangue
microscopio-analisi-sangue-vivo

Microscopia in campo oscuro

Analisi del sangue vivo

pungidito-analisi-sangue-vivo-microscopia-campo-oscuro

Microscopia in campo oscuro

Analisi del sangue vivo

Leucocitosi

Analisi del sangue vivo in microscopia in campo oscuro di soggetto con aumento dei leucociti (neutrofili, monociti e linfociti)

Osservazione del sangue vivo con microscopio ottico in campo oscuro

Osservazione del sangue vivo con microscopio ottico in campo oscuro